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Parte seconda

 

La strumentazione non era certamente delle migliori:Giovanni suonava un basso di una marca sconosciuta (imitazioneFender Telecaster),Andrea,mi sembra di ricordare che avesse un'imitazione Fender Stratocaster,Sergio suonava una batteria ibrida,prestata se ben ricordo dal parroco della chiesa, ed io un organo ad una tastiera della Eko,modello Tiger.
La passione era comunque tanta e tanta era la voglia di suonare,per cui tutti gli strumenti sembravano di altissima qualità.Provavamo instancabilmente nella cantina in via Modigliani dove abitava Giovanni e poco dopo riuscimmo ad organizzare un concerto presso la sala della casa del popolo di S.Quirico.Era il mio primo concerto e non ricordo di essere stato mai cosi'emozionato prima di allora.
La sala era gremita di spettatori,(quasi tutti amici e parenti n.d.r.).Davanti al supporto del Tiger c'era lo stemma dei D.N.A.che consisteva in un pannello di plexiglas bianco opaco sul quale una signora che lavorava con mio padre aveva appiccicato degli adesivi di un teschio,delle linee e palline colorate (che dovevano ricordare la scala a chiocciola del D.N.A) e la scritta.Il tutto con una lampadina legata sempre al supporto per illuminare da dietro il pannello.
L'impressione era di qualcosa molto casalingo,ma faceva la sua porca figura.Mio padre per l'occasione immortalo' il tutto con la sua "potente" cinepresa in 8mm.
Non ricordo assolutamente cosa suonammo,mi sembra di ricordare che uno dei pezzi si chiamasse Diodo ed era una ripetitiva "cosa".
Galvanizzati dal"successo" organizzammo un'altra data presso la casa del popolo di Mantignano.Sul concerto a Mantignano mi viene in mente che, quella sera,eravamo leggermente in ritardo e che il pubblico era già in sala a sedere mentre noi stavamo sistemando ancora le ultime cose.Non parlo di sound-check,ma di tirare le ultime martellate per fissare al palco le luci.
Professionalità a zero,ma ripensando al quella cosa dopo 36 anni,non posso che provare un sentimento di amore e infinita nostalgia per quell'autarchica esibizione.Comunque il pubblico si dimostro' paziente ed attese che noi finissimo di prendere a martellate i riflettori per cominciare a suonare.
Il concerto fu leggermente più professionale del primo (perlomeno a livello di esecuzione).Tutto procedette bene fino al momento in cui il nostro front man,Andrea Parlavecchio non decise, dopo essersi nascosto dietro ad un'amplificatore e mentre mi stavo esibendo in un assolo degno di
Keith Emerson (dopo un'ischemia cerebrale!),di riapparire con una mantellina a mo'di pipistrello.
Le luci in quel mentre erano particolarmente basse,per rendere il tutto più interessante,e il buon Andrea rischio'di frantumarsi a terra inciampando tra i cavi del palco mentre cercava di "svolazzare" qua e là.
A parte questo piccolo inconveniente,il concerto fu' un successo.Ma il gruppo D.N.A doveva avere un momento di arresto,perché il buon Andrea Parlavecchio (essendo il pu'grande di età),dovette partire per il militare.Gli promettemmo che lo avremmo aspettato e che un'altro chitarrista come lui non lo avremmo ritrovato mai.
Iinfatti due mesi dopo iniziammo a provare con un'altro chitarrista.Walter Camilletti.A differenza di Andrea,era meno incisivo sul palco,ma aveva una grande qualità :riusciva a trovare sulla chitarra e senza fatica,qualunque giro musicale gli venisse accennato (da qui il soprannome di 
Revox).
Mi ricordo che una volta,mentre stavamo provando,mi venne in mente un motivo,glielo accennai e subito prese vita dalla sua chitarra.
Come tutti i gruppi,il nostro problema principale era quello di trovare un posto dove poter esprimere le nostre sonorità senza incorrere nel pericolo di essere decapitati.In parole povere,far casino senza rompere le palle a nessuno.Cercammo quindi di trovare una sala prove.
L'Isolotto a quel tempo,terminava praticamente dove abitava il bassista,infatti la casa di Giovanni era tra gli ultimi avamposti della civiltà. Intorno si estendevano campi coltivati e case rurali ed è in una di queste specie di fattorie che un giorno trovammo Umberto.
Umberto (il cognome non credo di averlo mai saputo),lavorava come intagliatore di legno,aveva un bel cane lupo e abitava praticamente isolato dal resto della civiltà. Ricordo che per andare da lui,dovevamo fare un viottolo e una decina di minuti di camminata in mezzo ai campi per poter provare nella sua cucina.
Si,perché il buon Umberto mise la sua cucina a disposizione per poter suonare.L'unico inconveniente era che non tutta la casa era sua e che il vicino,proprietario dell'altra ala della casa,faceva il contadino e non aveva proprio un buon carattere,o forse non apprezzava il nostro tipo di musica.
Iniziammo a provare in cucina da Umberto.
Nel frattempo,grazie alle cambiali firmate da mia madre,riescii a comprare il mio primo organo a doppia tastiera(un Welson) e a coronare il sogno di possedere il mio primo sintetizzatore,il mitico 
Davoli Synth che aveva la caratteristica di possedere una leva sulla sinistra del pannello che se tirata faceva il suono tipo whiuu..whiuu (ribattezzato in seguito da Mauro,fratello di Giovanni...lo Gnaolo.).Quindi la formazione era: Giovanni al basso,Walter alla chitarra,Sergio alla batteria e Paolo alle tastiere.
In quegli anni,c'era tre grandi formazioni musicali e famose in Italia; La P.F.M,
il Banco del mutuo soccorso l e Orme.Il gruppo che più si avvicinava alla nostra idea di musica erano le Orme e in particolar modo il loro album Uomo di Pezza(1972 n.d.r).Decidimmo di diventare la cover band delle Orme.Iniziammo a studiare il disco in questione e infine organiziammo un concerto al circolo delle Torri.
Per l'occasione sul giornale di Firenze,La Nazione,apparve un riquadro con le nostre foto,nel quale veniva annunciato l'evento.Tanta pubblicità fu dovuta solamente al fatto che mio padre conosceva il giornalista in questione.(una botta di onesta mi sembrava doverosa!).Il pubblico era presente,noi eravamo gasati e il concerto inizio' sotto i migliori auspici.
Per stupire i presenti io e Mauro,fratello di Giovanni,decidemmo di organizzare uno stratagemma.

Durante un mio assolo,mentre lasciavo il sintetizzatore che vomitava rumori e quant'altro,sarei sceso in mezzo al pubblico e li, battendo le mani,in mezzo allo sbigottimento degli astanti avrei fermato l'incredibile e fantasmagorico strumento,poi con un'altro battito delle mani il sintetizzatore sarebbe ripartito da solo.Così fu fatto.
Durante il mio assolo,lasciai il sint suonare da solo,scesi in mezzo al pubblico e battendo le mani il mio Davolisint,si fermo'.Ci fu un brusio di stupore e meraviglia e qualcuno si chiese pure se non si fosse rotto tutto quanto,poi dopo pochi istanti e dietro un mio battere di mani,il sint riprese a vomitare strani suoni.
Risalii sul palco e finimmo il concerto.Il tutto era costato:una prolunga di corrente,un interruttore e il buon Mauro che di nascosto aveva spento e riacceso il mio Sint.
Magia dei poveri! ah ah ah!!

 

...Organizzammo un concerto presso il circolo " Le Torri"

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