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Parte quarta

 

Eravamo quindi diventati orfani di Sergio Brandi e diventava impellente la necessità di trovare un sostituto,anche se essendo ancora militare non c'erano necessità urgenti.

Il numero di amici che ci seguivano era veramente nutrito e tra questi c'era un certo Adamo (mi scuso ma non ricordo il cognome ) che ci fece conoscere un suo amico di nome Walter Capacci,che divento' poi il nostro tecnico del suono, inoltre il buon Adamo girellando tra i negozi di strumenti musicali vide l'annuncio di un batterista che cercava una band per poter suonare.

Telefonammo e fissammo un incontro presso la casa del popolo delle Torri.Era un caldo giugno, la casa del popolo era chiusa per un motivo che non ricordo e davanti all'entrata eravamo io e Giovanni che aspettavamo il presunto batterista.

Ad un tratto vedemmo arrivare un personaggio dalla lunga chioma nera che a bordo di un motorino rosso ci passo' davanti per proseguire di un centinaio di metri.

Mentre io e Giovanni ci guardavamo in modo perplesso, il motorino dopo aver fatto un brusca giravolta ritornò verso di noi.

Con una domanda che esigeva una risposta chiara e inequivocabile,Giovanni gli chiese : - Ma te che sei il batterista?- E conoscemmo Andrea Laschi.

Andrea a differenza di Sergio suonava la batteria in modo più grintoso e ci dava una carica che il precedente batterista non aveva.Inoltre il suo aspetto e la sua presenza sul palco rendevano meglio a livello professionale.

Il problema dei gruppi musicali negli anni '70 era la mancanza di tolleranza di chi ci ospitava a causa del rumore che producevamo incessantemente (oggi esistono sale prova a pagamento che hanno ovviato a questo inconveniente),pertanto anche la casa del popolo delle Torri dopo l'ennesima rivolta dei numerosi giocatori di carte ci dette il ben servito.

Io ero ancora militare e lo sarei stato fino al 10 Settembre 1975.

Tornato a casa,e questa volta definitivamente,ci mettemmo alla ricerca di una stramaledetta casa del popolo che ci ospitasse e che non avesse degli stramaledetti avventori che volevano giocare a carte alle quattro del pomeriggio, o per lo meno gli avesse , ma sordi (!).

A questo punto qualcuno si potrebbe chiedere perché le nostre ricerche si dirigessero sempre ed esclusivamente verso le Case del Popolo?

Il fatto era che le famose Case del Popolo dovevano essere dei circoli ricreativi culturali e la musica rientrava in questi schemi.

Purtroppo,chi sosteneva i circoli non vedeva di buon occhio questo tipo di cultura (solo per un problema di rumori s'intende) e quindi le sovvenzioni che provenivano dalla ristorazione e dai giocatori di carte che orbitavano in quegli ambienti avevano la priorità.

C'e' da aggiungere inoltre che l'ARCI-UISP che organizzava le manifestazioni nelle feste dell'Unità era per antonomasia di sinistra,pertanto i gruppi dovevano essere necessariamente collegati a circoli ricreativi di quella impostazione politica.Pertanto era quasi impensabile andare a chiedere asilo musicale presso i circoli MCL,notoriamente estensioni del parte ecclesiastica della città.

Cominciammo la ricerca di una struttura che ci potesse sopportare.

Il nostro girovagare ci portò dalle parti del viale Europa,(un po' fuori mano per noi) e all'ennesima domanda di una sala prove,il gestore del circolo delle Caldine ci suggerì di proseguire fino a Villa Magna e di chiedere al circolo della zona.

La strada sembrava non finire mai.

Si inerpicava in mezzo ad una specie di boscaglia e ricordava più una mulattiera asfaltata che una via percorribile dalle auto.Arrivammo in cima e la località Villa Magna ci apparve in tutta la sua...desolazione.La struttura principale era ovviamente la casa del popolo.Aveva un teatro che probabilmente aveva visto come ultima rappresentazione la crocifissione di cristo(quella con i protagonisti originali).

Comunque ci accordarono l'uso del teatro per le nostre prove.

Era settembre e per riprendere il tempo perduto a causa del mio servizio militare,cominciammo a provare a ritmi serrati.

Tutti i giorni della settimana,sabato e domeniche incluse il grande Francesco(Franco per gli amici) Fissi ci passava a prendere sotto casa con la sua possente Ami 8 e ci portava a Villa Magna(30 KM circa).

Sarà stata colpa di quei ritmi serrati o perché voleva dedicarsi di più allo studio del violoncello che anche il buon Walter Camilletti ci lascio'.

Eravamo di nuovo senza un elemento del gruppo e la cosa cominciava a diventare una antipatica abitudine.Provammo per un po' di volte a suonare senza chitarra ma la cosa non poteva durare,ci occorreva un chitarrista in tutti i modi.

Giovanni si ricordo' di un suo ex compagno di scuola che suonava,fu contattato e pochi giorni dopo si presento' armato di chitarra Fender Startocaster e amplificatore Vox Massimo Pivetta.

Con la nuova formazione ci ripresentammo al festival dei complessi di Ponte a Ema organizzata anche questa volta dalla Casa musicale G.R.S e finalmente dopo un cruento "scontro" tra noi e il gruppo Conservatorio capeggiato da un certo Sauro Albisani,riuscimmo ad aggiudicarci la vittoria.

Anche questa volta la gioia della vittoria fu offuscata dalla notizia che avremmo dovuto lasciare Villa Magna.

Ci rimettemmo alla ricerca di un posto dove poter esprimere la nostra gioia di suonare senza incorrere in punizioni divine.

Allertai mia madre che da sempre ci seguiva e che una volta messa in moto dava l'impressione di una locomotiva inarrestabile.

In effetti alcune settimane dopo mi comunico' che c'era un fondo di un negozio completo di scantinato in affitto in Via S.Niccolo' al numero 84 rosso.

A stipulare il contratto di affitto e bruciando sui tempi altri interessati,andammo io,giovanni e suo padre Franco.

Eravamo finalmente possessori di una cantina per le prove.

Il fondo era ovviamente sulla strada e tramite un bandone si accedeva in una stanza di circa 16 metri quadri con tanto di bagnetto.Poi ,scendendo delle scale sia arrivava a due stanze,una destra e l'altra a sinistra della rampa.

Quella di destra era circa cinque metri per quattro con una presa d'aria sulla parete di fondo,mentre l'altra stanza di quattro metri per quattro aveva una "bocca di lupo" che dava sulla strada.Subito partì il progetto insonorizzazione.

Ovviamente optammo per utilizzare come sala prove la stanza piu'grande che aveva il soffitto a volte e cominciammo con sparare degli arpioni nel muro e a tirare dei cavi d'acciaio per abbassare il soffitto e per poterlo riempire di materiale fonoassorbente.Tra i vari materiali che prendemmo in visione quello che dava piu' garanzie di bloccare il suono era senza dubbio la "terribile "LANA DI VETRO.

Dovete sapere che suddetto materiale ha tra le sue peculiarità quella di "spolverare"microscopici aghi di vetro che causano prurito e irritazioni davvero noiose.

Armati di maschere di filtraggio e tute cominciammo ad appoggiare la lana di vetro sopra i cavi d'acciaio,ma le tute furono praticamente inutili dal momento che quei fastidiosi e microscopici aghi di vetro s'intrufolavano in ogni pertugio e raggiungendo zone dell'epidermide anche estremamente nascoste ci causavano dei pruriti e irritazioni degne del dottor House.

Comunque,nonostante le sofferenze,riuscimmo a coprire il tutto con dei teli di plastica nera che fermarono l'effetto LANA DI VETRO.

L'apertura d'aria che dava su un cortile interno fu bloccata con un pannello, mentre per evitare che il suono raggiungesse la strada attraverso le scale, mettemmo un materasso che per mezzo di un gioco di carrucole e cavi d'acciao degno di Leonardo da Vinci,poteva essere alzato e abbassato a piacimento.

Infine un'altra porta imbottita separava la sala prove dall'altra stanza (che decidemmo di lasciare nello stato in cui si trovava).

L'ultimo lavoro nello studio fu quello di fare in un angolo il "gabbiotto" per il tecnico del suono,con tanto di vetro che dava un tono veramente professionale alla cosa.

Il 1976 fu l'anno del terremoto del Friuli e fummo contattati per fare un concerto di beneficenza il cui incasso sarebbe stato devoluto ai terremotati, e così il 01 Giugno 1976 ci esibimmo in un concerto presso il Lyon's Garden di Scandicci.

Quel concerto di cui esiste una registrazione fu per molti versi un concerto particolare e non so se fosse dovuto al vino che avevamo bevuto poco prima di salire sul palco,ma suonammo particolamente bene,forse il miglior concerto che facemmo da quando era nato il gruppo D.N.A.

Certamente,risentendo oggi(dopo 32 anni!) le registrazioni ci si accorge di una infinita di inesattezze e ingenuità musicali,ma per il 1976 e per i D.N.A fù un grande concerto e forse,come in altre rare occasioni,diventammo un unico organismo che esprimeva le proprie sensazioni tramite la musica.

...fummo contattati per fare un concerto di beneficenza il cui incasso sarebbe stato devoluto ai terremotati, e così il 01 Giugno 1976 ci esibimmo in un concerto presso il Lyon's Garden di Scandicci.

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